Cosenza: Turismo imbarazzante. Pasquetta non mente. Commercio penalizzato
di Fabio Gallo/direttore editoriale/
Quest’anno ho deciso di trascorrere a Cosenza, mia Città natale, il giorno della pasquetta. Una decisione che deriva da due atti d’amore verso di lei: il primo, per regalarmi la bellezza e le suggestioni che Cosenza è capace di dare. Il secondo, per dare a me stesso, attese le mie specializzazioni professionali, parametri autentici e dati veritieri sulla questione “Turismo”. A volte, è noto, gli organi della stampa in buona fede, fanno “copia e incolla” dei comunicati, finendo per produrre un gravissimo danno alla Città e alla sua economia. Ad esempio, quando il politico di turno, in mancanza di competenze specifiche, tenta di far passare il vuoto per pieno. In questo caso, a pagare è il commercio.
Sarò serio, come sempre, non rinunciando a quel pizzico di ironia che la vita mi chiede, per continuare a sorridere, nonostante tutto. Ironia che lascio alle immagini che si commentano da sole. E sarò anche breve e preciso, ricordando a me stesso che tra le competenze che mi vedono impegnato nella vita, il mio nome è annoverato nel Comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto tecnico Superiore regionale della Puglia per lo Sviluppo dell’Industria dell’Ospitalità e del Turismo allargato (ITS IOTA Sviluppo Puglia), dove svolgo anche il ruolo di Docente sulla Valorizzazione del Patrimonio Culturale Digitale per lo sviluppo di Nuove Economie nel Turismo. Insomma, se chi legge è mai stato in Puglia e conosce il rispetto che questa regione ha per l’economia del Turismo, sa bene che, in quanto a Docenti, sa scegliere.
PASQUETTA 2018 COSENZA DESERTA. TURISMO DA INVENTARE
In molte circostanze, con una certa soddisfazione e sempre aperto alla speranza di vedere cose belle e valide, ho preso atto di comunicati e note diffuse anche agli Organi della Stampa dall’Amministrazione comunale di Cosenza attraverso i quali si proponeva la Città a Capitale della Cultura. Si è poi parlato di Città d’Arte, di Città dei tanti musei, di pullulare di turisti, mostre d’arte, etc. Ho preso tutto per buono. Poi, ho deciso di verificare, una volta ascoltato il lamento dei commercianti che costituiscono, tra gli indicatori, una voce fondamentale direttamente correlata allo sviluppo economico. Ma non solo, poiché molti sono stati anche i lamenti raccolti da artisti, artigiani, creativi, che si sono dichiarati isolati, abbandonati, non valorizzati. Questo, ovviamente, è un altro importante indicatore di malessere che deriva, atteso il potere d’attrazione di queste categorie, da chi politicamente ne è referente. Due gravi carenze che mi hanno incuriosito e spinto ad attivare una piccola indagine. Il momento migliore era proprio quello del giorno della Pasquetta nel quale i vettori anzidetti, dovrebbero essere al massimo della loro performance. Ma la sorpresa, a proposito della Pasqua, non ha tardato a manifestarsi perché la bella Cosenza era deserta.
IL TURISMO DI NOME MA NON DI FATTO
Il Turismo, è noto, è la risultante di una serie di vettori indicativi il cui malfunzionamento, ricade sulla stessa risultante producendo un “turismo” di nome ma non di fatto. I fatti sono l’economia, la ricchezza di chi lavora e produce per vendere un prodotto al viaggiatore, al turista, al pellegrino. Altra cosa, è la popolazione autoctona. Eppure, Cosenza è forte di una “Città storica” davvero suggestiva e ricca di beni culturali, anche se completamente abbandonata dalla classe politica. La Piazza Duomo, la Chiesa Cattedrale, le Chiese Storiche, la Piazza XV Marzo (mozzafiato), la Villa comunale, l’esclusiva “pinacoteca” del Borremans posta nella Cappella di Santa Caterina Grande Martire di Alessandria nella Chiesa di San Francesco di Assisi, sempre nel cuore della Città Storica. Per non parlare della Galleria Nazionale di Cosenza, situata nel prestigioso Palazzo Arnone ove viaggiatori e turisti possono ammirare, tra le tante opere, quelle di prestigiosi pittori nati in Calabria come Pietro Negroni, Mattia Preti, Umberto Boccioni.
COSENZA CITTA’ RICCA D’ARTE MA LA PIU’ POVERA DELLA CALABRIA
Quanto citato, è solo una parte della ricchezza del patrimonio dei beni culturali che includono anche paesaggio, aree archeologiche e bellezza del sacro. Quest’ultima, la Bellezza del Sacro, è così ricca da assicurare a viaggiatori, turisti e pellegrini, così come a studiosi e ricercatori, suggestioni davvero forti che richiederebbero soste di settimane. E’ sufficiente pensare ai conventi di San Francesco di Paola dei quali si pregia l’intera provincia. A tal proposito un’assoluta eccellenza: il Museo Diocesano, un capolavoro. Mi fermo qui.
PASQUETTA 2018 A COSENZA TUTTO CHIUSO. I TURISTI?
Ovviamente, in una Città che ha simili caratteristiche e che merita a pieni titoli di essere Città d’Arte, colpisce il vuoto assoluto, desertico a dire poco, di giorni strategici per il Turismo. Giorni, che rappresentano la “cartina al tornasole” del reale funzionamento del “sistema Turismo”. In modo particolare, nel giorno della Pasquetta, ho voluto verificare un orario nel quale il turista, dopo una mattinata di cammini, visite e scorazzamenti vari, non vede l’ora di lanciarsi alla ricerca di un bel tavolino del bar della Piazza, del Corso principale o nei vicoli storici, per una sosta di ricarica per una ripresa grintosa nel pomeriggio. Tutto chiuso.
INVESTIRE TUTTO SULL’INTERESSE CHE SUSCITA LA CITTA’ STORICA
A Cosenza dalle 13 alle 15,30 e oltre, era tutto chiuso, il deserto assoluto. Ovviamente, nessuna colpa ha l’esercente che, non vedendo quantità di clienti significativi, chiude. Possiamo invece parlare di vuoto relativo alle politiche del Turismo che, evidentemente, sono volenterose ma per niente efficaci. Nel mondo del Turismo l’improvvisazione non paga. Serve rigore e professionalità. Non oso creare paragoni con la Piazza del Pantheon di Roma, o Via della Pigna o Piazza della Signoria a Firenze. Ma se pensiamo a Matera o a Cittadine come Otranto, ad esempio, possiamo carpire i segreti del Turismo che risiedono in una politica che investe tutto sulla storia. Nel caso di Matera, addirittura, sui “sassi”.
In questi luoghi, tra essi alcuni decisamente meno interessanti di Cosenza, dalle ore 13 alle ore 15,30 è orario di punta per il business della ristorazione: bar, ristoranti, locali tipici, enoteche, birrerie, trattorie, paninoteche, etc, etc., sono strapiene di turisti ed entusiasmo. Non solo, tutte le attività commerciali sono aperte al passaggio di migliaia e migliaia di ospiti. Cosenza, va detto, è soggetta ad una politica imbarazzante che, molto spesso, si regge sui comunicati stampa amplificati, come sopra detto, dai media locali. Nulla osta a proclamare le buone intenzioni. Ma quando a Pasquetta una “Città d’Arte” è vuota e i tavolini dei suoi bar sono deserti, il malessere risiede tutto nella politica.
LE GRAVI RICADUTE SU COMMERCIO E ATTIVITA’ PRODUTTIVE
Si ha l’impressione, infatti, dalle evidenze in Città, che le politiche sul commercio a Cosenza siano ridotte all’improvvisazione, ad una sorta di iniziativa condominiale di sprovveduti e non esperti della materia. Lo si comprende chiaro da una serie di parametri che chiunque può notare. Non esiste una logica in grado di accomunare l’offerta in una proposta scaccia crisi. Interi quartieri abbandonati a se stessi (altra cartina al tornasole, ndr.) sono altro segno evidente di rattoppo ma non di tessitura di un vero progetto per il Turismo e per la fortuna del commercio. L’importanza strategica dei “comitati” ha ceduto il passo a piccole iniziative ludiche, spettacoli, festicciole e sagre destinate all’intrattenimento della popolazione autoctona ma che non riescono ad esportare il brand “territorio” oltre il bivio dell’autostrada. Si comprende chiaro, in poche parole, che tutti sono in grado di spendere i danari pubblici ma che pochi, davvero pochi, sono in grado di amministrali.
COSENZA – PASQUETTA 2018 – IL SILENZIO