Giancarlo Elia Valori rilancia l’idea di un Distretto industriale del turismo Il lago Trasimeno e i suoi borghi: ed è subito amore!
a cura del Prof. Giancarlo Elia Valori/
Premessa sulle variabili che caratterizzano le diverse filiere produttive
Il distretto turistico rappresenta un’area omogenea di sviluppo dal punto di vista economico, dove le attività ricettive e i servizi di accoglienza e ospitalità costituiscono i fattori trainanti, oppure un ambito territoriale che, potenzialmente, ne avrebbe la vocazione, ovvero caratteristiche quali-quantitative tali da essere considerato un’area di potenziale sviluppo turistico. Per questo motivo, al fine di individuare la natura del distretto turistico, è utile fare una breve digressione sul concetto di
“distretto”, e quindi di distretto industriale che è stato il primo ad essere oggetto di attenzione da parte di studiosi economici, ed ora anche ambientali, per cercare di capire se la metodologia che è alla base della loro individuazione, può essere applicata anche ai distretti turistici e, se sì, entro quali limiti e con quali correzioni.
Sviluppo del territorio
L’Umbria è custode di tesori difficilmente reperibili altrove. E’ un dato da cogliere e da sviluppare in sintonia con le prospettive che la “combinazione”: ambiente, natura, arte, cultura, spiritualità e qualità della vita, può garantire, con particolare sottolineatura, al turismo. Un territorio sano dove l’eccellenza nella qualità rappresenta la chiave per sviluppare economie sinergiche. Ho avuto modo di conoscere da vicino questa ridente Regione così ricca di tradizioni che si intrecciano alla perfezione con le connotazioni culturali, sociali e imprenditoriali che caratterizzano, in modo inconfutabile il progresso a tutt’oggi conseguito e le prospettive future per altro chiaramente evidenziate in un impegno programmatico in sintonia con le nuove esigenze dei tempi. Conoscendo questo territorio, pur così piccolo ma con una vasta gamma di esperienze e know-how, non posso non rammaricarmi del perché l’Umbria – dove le potenzialità e le risorse di ogni tipo non mancano – debba ancora registrare una serie complessa di incidenti di percorso che rendono asmatico il cammino verso il benessere. Mi riferisco alla valorizzazione delle sue “eccellenze” produttive, come: l’innovazione tecnologica, del metallurgico, del tessile e dell’abbigliamento; l’artigianato; l’enogastronomia, l’edilizia; le terme, il beauty farm e il turismo.
Il Turismo, in particolare, dovrebbe essere indirizzato a far conoscere meglio i “Tesori” del territorio e quelli che la Chiesa cattolica conserva e custodisce nel contesto del suo patrimonio artistico. Di conseguenza, reputo necessario incrementare un progetto di comunicazione fondato nella identificazione e valorizzazione del “prodotto turismo”, attraverso la nascita di un apposito Distretto Industriale, integrato da una molteplicità di reti d’impresa (alberghi, agriturismi, country house e residenze d’epoca), che verrebbe contraddistinto da un proprio “marchio Doc”. Infrenabile, quindi, potrebbe essere la proiezione del Turismo umbro nei vari percorsi culturali, religiosi, sportivi e del benessere, caratterizzanti l’aspirazione del turista ricercatore di “rarità”. Tale policromia di obiettivi, attraverso la realizzazione di un Distretto Industriale del Turismo, è da cogliere e da sviluppare subito, in sintonia con le prospettive che la “combinazione” costituisce attraverso un indotto prezioso, in grado di garantire uno sviluppo sociale ed economico di alto livello. Tenuto conto che l’Umbria ha tutti i numeri per diventare ancora di più una meta di riferimento nel vasto panorama dei principali circuiti internazionali dell’ospitalità, attraverso un’accoglienza a tutto tondo e con un crocevia denso di stimoli d’arte, di cultura, di sport e di salute. Una salute nel senso più completo del termine, icasticamente espressa dalla parola “benessere”. Riordinando le idee ed evidenziando i punti di raccordo con la società a qualsiasi livello e con il territorio in tutte le sue sfaccettature, emerge con immediatezza il “passo” da compiere per uscire dallo stagno e guadagnare lo spazio nuovo entro il quale il Turismo, con le sue immense proiezioni, dovrà manifestare ed estrinsecare le sue proprietà e le sue capacità di proiezione attiva e feconda, per soddisfare le aspirazioni della laboriosa gente dell’Umbria al benessere e al progresso, il più ampiamente partecipato.
Le immense peculiarità del territorio
L’Umbria, pur non disponendo di un’ampia offerta termale, occupa certamente una posizione privilegiata nel panorama italiano del turismo, perché oggi si sta sempre più diffondendo e affermando la diffusione della “vacanza multi-interesse”. E’ una vacanza che ben si coniuga con la possibilità di scoprire nuovi territori, che fanno dell’Umbria il luogo ideale per vivere un’esperienza autentica di benessere fisico e spirituale, dove spiccano tantissime peculiarità: dal fascino e dalla tranquillità dei suoi luoghi, dalla qualità della vita che si respira nelle sue cittadine, lontana dal caos, dal rumore e dallo stress dei grandi centri abitati, dalla genuinità del cibo; nonché da un ambiente naturale incontaminato e da un paesaggio tutto sommato ancora ben tutelato.
Alcune delle eccellenze d’interesse naturalistico-culturale
L’Umbria è nota come “il cuore verde d’Italia”. Ed è proprio grazie ai suoi panorami e alle sue eccellenze: dai fiumi ai laghi, dai monti ai parchi e alle riserve naturalistiche, che si è guadagnata tale appellativo; le caratteristiche morfologiche dei suoi territori la rendono unica per varietà di luoghi d’altissimo interesse paesaggistico. Partendo dalla Valnerina e salendo fino all’Alta Valle del Tevere, il territorio offre una serie di suggestivi punti di interesse legati alla natura e all’ambiente che rendono la regione famosa in tutto il mondo; basterebbe ricordare il Lago Trasimeno, che racchiude nel suo scrigno tre deliziose isole (l’Isola Maggiore, l’Isola Minore e l’Isola Polvese). Il bacino collocato su un’estesa valle tettonica prende il nome dalla tragica storia d’amore di Trasimeno, figlio di Tirreno, che venne trascinato sul fondo del lago dalla ninfa Agilla (o Agille), innamorata di lui. Il Trasimeno, che si estende per oltre 128 chilometri quadrati con una circonferenza di quasi 45 chilometri quadrati, è davvero un oasi dove lo spirito respira in estasi il fascino di variegate immagini che si intrecciano e si intersecano armoniosamente per ritrovarsi unite e compatte nel mistero di una luce soffusa, mai accecante, nella magia sottile di antiche civiltà intessute di aneddoti avvincenti che ne vitalizzano il tessuto storico. Le stesse variegate immagini, raffigurate alle spalle di vergini, bambinelli e santi aureolati, costituiscono gli sfondi delle tele di Pietro Vannucci, detto il Perugino, maestro del manierismo tardo quattrocentesco, che nelle terre intorno al lago ha ambientato gran parte dei suoi splendidi capolavori. Uno specchio d’acqua balneabile, con un passato millenario (-) che recentemente mi ha fatto scoprire la significativa traccia storica, datata 1650, relativa alla permanenza del cardinale Alderano Cybo-Malaspina presso il monastero di San Secondo dei monaci olivetani, sul versante occidentale del lago (-) si è ulteriormente arricchita di altri interessanti episodi, che vale la pena esaltare. E’ stato accertato che, fin dalla preistoria, l’uomo si sia stanziato, in maniera stabile, attorno al lago e sulle sue tre isole. Ne sono testimonianza gli strumenti litici in pietra scheggiata e levigata rinvenuti in più zone. In particolare, sul promontorio della riva occidentale, dov’è adagiato l’incantevole abitato di Castiglion del Lago. Il cui territorio circostante presenta insediamenti nel Paleolitico Superiore e fu teatro in epoca preistorica di abitanti palafitticoli, nonché della scoperta di una necropoli protovillanoviana. Nell’antichissimo borgo, racchiuso all’interno di una cinta muraria eretta nel Medioevo, si eleva, all’estremità del promontorio dove è posto l’abitato, la suggestiva Rocca del Leone. Un antica fortezza medioevale dalla singolare forma a cinque punte, che ricorda la costellazione del leone, a testimonianza dell’importanza strategica che la città ebbe nel corso dei secoli.
Un oasi naturalistica
Il Trasimeno, dunque, è come un romanzo d’emozioni irresistibili. Si legge dall’alfa all’omega, tutto d’un fiato, e non si lascia se non all’ultima pagina che non esiste perché ancora non scritta e nessuno scriverà mai. In questo diadema si trovano incastonate gemme come santuari, aree di sepoltura, ma anche insediamenti individuati un po’ ovunque, sia sulle tre isole che sulla fascia rivierasca. A circa dieci chilometri dal Trasimeno sorsero le Lucomonie etrusche di Cortona e Chiusi ed a circa venti chilometri la città (sempre di origini etrusche) di Perugia. Ma la storia è fatta di date e quella del Trasimeno ha inizio con la battaglia del 217 a.C. tra i cartaginesi comandati da Annibale contro i romani del Console Caio Flaminio.
A questo storico combattimento si aggiunsero tanti altri aneddoti, nonché un numero consistente di personaggi che contribuirono a creare un alone di mistero e di fascino che ruota principalmente intorno ai Templari: una forza e un potere che i Frati con la croce sul petto si erano guadagnati con la vivacità del loro ingegno, delle loro conoscenze tecniche, delle loro qualità, che non erano solo ed esclusivamente militari, come dimostrano in Terrasanta. Quell’Antico Ordine dei Cavalieri Templari – connesso sia alla Massoneria (quella di rito scozzese) che alla Confraternita Rosacroce – ormai entrato nella storia, per il Santo Graal e per i suoi tesori, che sulla vasta area del Trasimeno ha lasciato segni inconfondibili e messaggi particolari, che potrebbero riservare importanti sorprese. Tra cui Magione. Un antico borgo dominato dal maestoso castello dei Cavalieri di Malta, situato su una collina della sponda orientale del lago alla sinistra del torrente Formanova.
Magione fu menzionata per la prima volta, attorno al 1075 con il nome di Pian del Carpine, una pianura che si estendeva e si estende tutt’ora davanti alla collina ove sorge l’abitato. Fin dall’XI secolo entrò a far parte dei possedimenti di Perugia e da quel momento ne seguì le vicende. Importante crocevia posto sull’itinerario dei pellegrini, fu lì che i Cavalieri del Tempio costruirono un ospizio. Nel XIV secolo l’Ordine dei Templari, temutissimo sia dal Papa che dall’Imperatore, fu sciolto e la Magione diventò proprietà dei Cavalieri Gerosolimitani e passo ai Cavalieri di Malta. Con i quali l’edificio originario fu trasformato in Abbazia, ma poco dopo venne fortificata ed assunse più le sembianze di una fortezza.
In questo castello si riunirono nel 1502 i signorotti umbri e marchigiani spodestati per stringere una alleanza contro Cesare Borgia, il quale per vendetta li fece uccidere a Città della Pieve (Conte Paolo Orsini e il Duca Paolo Gravina, 1503) ed a Senigallia. Il castello fu una residenza dei Cavalieri di Malta, chiamata mansio, da cui deriva il nome attuale del paese, Magione. Cha ha dato i natali a Giovanni da Pian di Carpine, uno dei primi seguaci di San Francesco che, con il nome di Fra Giovanni, si recò, primo dei numerosi missionari italiani, in molti paesi d’Europa e, nel 1245, in Mongolia. Sua la famosa “Historia Mongalorum” che, in qualità di messaggero del papa Innocenzo IV (1245-47), descrisse questo paese, facilitando così i successivi viaggi di esploratori, tra cui Marco Polo. Nella sala consiliare del Palazzo comunale, una grande tavola di Gerardo Dottori ne ricorda le gesta. Il soffitto, invece, è affrescato sempre dal Dottori con vedute di tutte le frazioni del comune. Anche nella parrocchiale di S. Giovanni Battista, ricostruita nel secolo scorso, il Dottori ha dipinto un interessante ciclo di affreschi (1947); vi si trovano anche due affreschi attribuiti alla scuola del Pinturicchio. Questo territorio di grandi pittori del ‘500 che, oltre al citato Pietro Vannucci (detto il Perugino), ha dato i natali a Niccolò Circignani, detto il Pomarancio, e a Giovan Battista Caporali.
La periferia – alla quale spesso si guarda con prudenza e, talvolta, con distacco e diffidenza – diventa Centro d’attrazione cui si può, non si deve negare il compiacimento con la predisposizione all’umiltà nel dovere di riconoscere i meriti ovunque si trovino, senza discriminazioni o preferenze da campanile anacronistico e strumentale. In questo incantevole territorio, ho avvertito questo “miracolo”.
Ne conserverò, geloso, negli anfratti dell’ammirazione storica, culturale e paesaggistica, anche il senso di umanità e, soprattutto, il valore morale dell’esempio che questa amena Località – Giorgi in Petrignano del Lago, frazione di Castiglion del Lago, in cui ha sede lo splendido country house “Le Torri di Porsenna” – ha saputo, nella sua eloquente genuinità, affidare alla mia coscienza.
Che fare, in segno di gratitudine, se non riverberarla nell’ambito più ampio della pubblica opinione perché si dilati la febbre d’amore per una zona benedetta da Dio?
Foto: www.lagotrasimeno.net