Turismo in Calabria, Confesercenti: Il tempo delle chiacchiere è finito. C’è bisogno di fatti
Redazione de Il Giornale del TURISMO.IT/
A lanciare l’allarme e a parlare di “Calabria a due velocità” nel settore Turismo è l’autorevole voce di Antonino Marcianò, Presidente di Confesercenti Regionale Calabria (www.confesercenticalabria.it) che, con la stagione estiva in via di chiusura, nel tempo dei bilanci, trae le sue conclusioni.
Prima di dare spazio al comunicato di Confesercenti Calabria che pubblichiamo integralmente, la nostra Testata che si è occupata di Calabria nel corso della stagione estiva, ritiene opportuno dire che la riflessione del Presidente Marcianò fa da eco alla moltitudine di operatori che traggono conclusioni ben peggiori. Temiamo che la politica regionale della Calabria non sia più un volano per l’economia del Turismo, nonostante le consuete presenze presso ogni fiera o expo che non danno più i risultati sperati. La mancanza, tra l’altro di un Assessore di riferimento proprio nel settore che insieme all’Agricoltura rappresenta il cuore dell’economia spontanea di questa bella regione, non lascia dubbi sulla cattiva gestione di chi questa importante delega, lascia orfana.
Un esempio di trascuratezza che lascia a bocca aperta (per farne solo uno) è la bella Nicotera (VV) che, puntualmente nel corso della stagione estiva, vive un enorme disaggio causato dal mare sporco che si contrappone alla possibile fruizione di un centro storico meraviglioso e di un Patrimonio Culturale davvero importante. Quale il danno? E’ semplice! Nicotera è una cittadina che punta sul mare parte integrante del suo stesso paesaggio. Immaginate la suggestiva cittadina all’interno della quale nasce l’avventura di Ancel Keys e dei suoi colleghi scienziati che dopo anni di ricerche sui benefici dei modelli alimentari locali in Italia, racchiudono nelle due parole “Dieta Mediterranea” la loro esperienza su benefici di questo millenario modello alimentare. Immaginate, quindi, l’impatto che sta avendo sull’opinione pubblica internazionale e sugli utenti della rete la continua denuncia da parte degli stessi nicoteresi di un mare sporco e non praticabile in un luogo che può fregiarsi del termine “Dieta Mediterranea” che le Nazioni Unite (UNESCO) hanno proclamato Patrimonio dell’Umanità. E’ facile trarre le conclusioni: più che quella locale è la politica regionale, evidentemente, che non solo non sa o non ha interesse a risolvere un problema primario e di vitale importanza per l’economia (la depurazione delle acque), ma non comprende che se si vuole davvero utilizzare il Brand “Dieta Mediterranea” a Nicotera, esso non può essere associato alla mancanza di tutela dell’Ambiente, figuriamoci del mare. E la cosa davvero assurda è che la Regione Calabria vorrebbe approvare una legge regionale sulla valorizzazione della Dieta Mediterranea proposta dai Consiglieri Orlandino Greco e Franco Sergio (Gruppo Oliverio Presidente), che vedrebbe centrale proprio Nicotera. A questo punto appare chiaro che le politiche del Turismo in Calabria sono affidate a chi vuole indicare le stelle ma non riesce a vedere il proprio dito che le indica. Le ricadute di questo disastro sulla cittadina di Nicotera sono enormi, come evidenziato dagli esperti dello stesso territorio nella conferenza del 19 Agosto 2016, alla presenza dell’europarlamentare Laura Ferrara (M5S) e degli Organi della Stampa. In una regione bella come la Calabria è davvero sconcertante il dovere prendere atto di ciò, che è esattamente il contrario del fare politica per lo sviluppo armonico del Territorio. Argomenti, questi, che rendono davvero molto solida l’azione di Confesercenti Regionale Calabria perché sia ripristinato un fare etico da contrapporre alle chiacchiere.
IL COMUNICATO STAMPA DI CONFESERCENTI REGIONALE CALABRIA
“Sui presunti dati positivi rilanciati da più voci in questi ultimi giorni – comunica Marcianò – preferiamo aspettare quelli delle statistiche ufficiali. Va comunque evidenziato che complessivamente la Calabria presenta ancora un saldo negativo, perlomeno rispetto ai tempi pre-crisi, con un netto calo delle presenze interne e un leggero aumento della quota estera.
Tuttavia, quello che appare evidente anche questa estate è la discrepanza tra le offerte del territorio e la domanda turistica in generale. La nostra regione si presenta con un andamento a due velocità dove alcune località sono in linea con gli standard richiesti dal mercato turistico e altre (la maggioranza) non attrattive e spesso carenti di alcuni servizi essenziali.
Al di là delle singole responsabilità imprenditoriali (poca professionalità, scarsa cultura dell’accoglienza, prezzi poco competitivi) sono da rilevare anche altre criticità: assenza di collegamenti efficienti, qualità del territorio e delle acqua discutibile, azioni di marketing fallimentari, basso livello di internazionalizzazione, mancanza di una programmazione efficace e la lista potrebbe continuare.
Neanche la recente riapertura post restyling del Museo Archeologico Nazionale a Reggio Calabria, che ha visto lunghe file e presenze giornaliere fino a punte di oltre 6000 ingressi, è servita da traino in termini di turisti residenti. Un’occasione sprecata anche quest’anno quindi che, causa lo stravolgimento originato dagli scenari di guerra e la paura generale del terrorismo internazionale, aveva visto cambiare l’elenco delle mete turistiche nel mediterraneo aumentando l’interesse e gli investimenti da parte dei principali T.O. internazionali proprio per le aree del Mezzogiorno d’Italia.
Va ricordato che il turismo rappresenta, in modo diretto e indiretto, l’industria più importante del nostro Paese e in Calabria, in particolare, rappresenta il principale settore sul quale orientare le scelte strategiche a livello istituzionale e privato dove la primaria esigenza è quella di risolvere i problemi dello sviluppo locale e dell’occupazione.
La concentrazione di eccellenze in campo storico, archeologico, culturale, religioso, enogastronomico, potrebbero caratterizzare la nostra regione come una meta potenzialmente completa e competitiva ma i dati di arrivi e di presenze non corrispondono a tali potenzialità.
Questa consapevolezza richiederebbe l’obbligo di far conoscere sempre più fuori regione i nostri tesori. Una promozione studiata ed adeguata per attirare sul territorio chi in Calabria non abita. Per portarlo nelle strutture ricettive e della ristorazione locali in modo sempre più frequente e mantenerlo per il maggior tempo possibile, fidelizzandolo negli anni.
Servono, secondo il presidente Marcianò, interventi certi, robusti e tempestivi per diventare competitivi e rappresentare una destinazione più ambita a livello turistico. Il turismo può essere davvero il volano per permettere al territorio di uscire dalla crisi ma è necessario puntare sulla qualità. Il che significa qualità degli alberghi, delle infrastrutture, delle città, dei piccoli borghi, ma anche delle persone. I flussi turistici che caratterizzano la domanda turistica di questi ultimi anni, seguono la tendenza che trova espressione in poche ed esaurienti parole: turismo di qualità a basso prezzo.
Questione importante ed evidentemente poco ascoltata è quella di far fronte alla domanda dei tour operator, agenti di viaggio ed altri soggetti che controllano i flussi turistici che chiedono sempre più una razionalizzazione dell’offerta turistica locale con il contenimento dei prezzi dei servizi, anche perché la crisi ha portato un conseguente calo del potere d’acquisto delle famiglie che sempre meno riescono a farcela con il budget disponibile
Sul fronte dell’offerta occorre poi prendere atto che le mete della vacanza e i prodotti turistici in genere, sono sempre più sostituibili e intercambiabili. In altre parole oggi i prodotti turistici vanno concepiti, progettati, costruiti e venduti. Solo, infatti, attraverso un’azione sinergica di posizionamento con una specifica “product idea” e puntuali azioni di marketing è possibile stimolare i flussi turistici verso tutto il territorio regionale. Questo significa consapevolezza, conoscenza e professionalità sia a livello di impresa ma soprattutto a livello delle istituzioni di supporto.
Ci rendiamo conto che la strada da percorrere è lunga e non priva di difficoltà ma siamo convinti che il tempo delle chiacchiere sia ormai finito e superato, adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, tutti, e darsi da fare.
Anche noi vogliamo contribuire e ci rendiamo disponibili, fin da subito, ad avviare incontri operativi con le imprese e le istituzioni più recettive e dinamiche per presentare le nostre proposte e passare dalle parole ai fatti anche perché per altro non c’è più tempo”.