Fabio Gallo su Amadeus di Francesca Benati: Turismo Digitale è realtà ma non per l’Italia.
Redazione de Il GIORNALE del TURISMO.IT/
“Abbiamo la rete ma non ci sono contenuti, o, quantomeno, non si è capaci di dare vita a progetti in grado di amministrarli! Lo dice Fabio Gallo, esperto di gestione della conoscenza della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” di Roma, nota per avere creato la prima Banca Digitale di immagini relative al Grande Patrimonio Culturale italiano in grado, se condivisi con la Pubblica Amministrazione, di produrre nuove economia nel settore Turismo e non solo.
“In Calabria ad esempio – aggiunge Fabio Gallo – grazie all’impegno del Deputato Enza Bruno Bossio che ha martellato quotidianamente il Governo, si è giunti ad avere la copertura della fibra ottica prima che in ogni altra regione d’Italia. Uno sforzo che verrà vanificato perché mancano i contenuti. A cosa serve una linea super veloce se sarà incapace di gestire contenuti? I contenuti – conclude Fabio Gallo – come dimostra DigITALIABANK ci sono ma, nonostante essi possano contribuire a generare ricadute importanti su tutto il sistema turistico e agroalimentare regionale, quando vai a presentare un progetto alla Pubblica Amministrazione, esse non sono in grado di attuare “.
Fabio Gallo ha anticipato di ben 5 anni i dati che oggi emergono da Rimini, a proposito del Turismo Digitale. L’anno scorso dal palco di Rimini aveva lanciato l’appello agli operatori a non aver paura del turismo digitale perché era un treno da non perdere in nessun modo. Quest’anno il messaggio è ancora più forte: il turismo digitale c’è adesso, ora rendiamolo democratico, ecumenico e facile, facciamo sì che ci contagi a prescindere dalla nostra età e dal nostro portafoglio. A dirlo è Francesca Benati, amministratore delegato di Amadeus in uno dei convegni più seguiti e importanti, quello sul turismo digitale, della seconda fittissima giornata del TTG Incontri a Rimini Fiera. E a testimonianza che il gran cuore del turismo italiano in questo momento batte proprio in Romagna, oggi alla grande fiera sono spuntati anche Fabio Maria Lazzerini e Antonio Preiti, partiti da Roma a poche ore dall’insediamento nel cda della riformata Enit alla cui presidenza c’è Evelina Christillin. E da cui il mondo del turismo italiano attende segnali di grande svolta.
E del “problema Italia” parla anche la Benati: “Un po’ è stata una scusa per cercare di rallentare e procrastinare un processo per cui questo settore probabilmente non era ancora pronto. Il problema Italia c’è nella frammentazione dell’offerta ricettiva e nella difficoltà, avendo 21 regioni, di fare un sistema per cui sia appetibile e fruibile dagli stranieri che sono molto diversi e molto più evoluti di noi. Il mercato on line vale solo il 5% del mercato on line in Europa e per quanto riguarda l’e-commerce meno del 4% Vuol dire che noi ci stiamo perdendo una fetta enorme di persone che ormai comprano solo on line e non trovano l’Italia. C’è un problema Italia per quanto nell’incapacità di vendersi e di usare lo strumento digitale per la promozione all’estero. E poi i problemi veri sono l’alfabetizzazione digitale, l’erogazione di contenuti che siano attraenti e fruibilità dei big data per proporre future offerte”.
Del mercato digitale del turismo – grazie a una ricerca dell’Osservatorio nazionale del Turismo del Politecnico di Milano – si sono fatti i numeri (9,5 miliardi, un quinto delle transazioni nazionali, il 19% sul mercato complessivo di quello italiano) e si sono anche voluti tracciare gli scenari attuali e quelli futuri. Il turista digitale che parte dall’on line per ispirarsi (anche se come fa notare Angelo Ghigliano, Country Manager eDreams Italia poi mixa a suo piacimento con consigli di amici e parenti), ricerca molti servizi digitali durante il viaggio (le app più usate sono meteo al 59%, mappe al 49%, social al 35% e ricerca e prenotazione di ristoranti al 23%) e poi continua a fare attività post viaggio a partire dalle recensioni: un’esperienza di viaggio “seamless”, senza soluzione di continuità.
Insomma qualsiasi paura è scomparsa, anche tra gli operatori, ora serve solo estendere l’esperienza a tutti: “Ancora in troppi – conclude – non riescono ad accedere al turismo digitale. Se pensiamo alla penetrazione capillare dei telefonini in Italia (li hanno tutti, alcuni anche due) capiamo che stiamo parlando ancora di percentuali e di volumi bassissime…”