Firenze romantica: gli angoli che raccontano l’Amore
C’è una chiesetta a Firenze, chiamata la Chiesa di Dante, di cui si dice che qui Dante incontrò per la prima volta Beatrice e se ne innamorò. La chiesa è molto antica (risale al 1032) e al suo interno è sepolta Beatrice Portinari (spentasi nel 1291) e la sua nutrice Monna Tessa. All’interno della chiesa è anche raffigurato l’incontro di Dante e Beatrice in occasione del settecentenario della morte di lei.
Oltre al danno, la beffa, perché il gagliardo capomastro pensò bene di rendere un segno tangibile, a memoria della sua impresa scolpendo una testa di bove con bel paio di corna, che volge lo sguardo dritto alla casa della bella pantalonaia e del di lei marito. Al di là delle storie romantiche la testa bovina è dovuta al fatto che lungo la via dei Servi si snodava un assito che saliva fino alla cupola per condurre i bovi carichi di materiale e, in segno di gratitudine nei confronti di questi miti e umili animali che faticavano insieme con gli uomini, fu scolpita la testa bovina.
Nel 1777 presso la Basilica di Santa Croce a Firenze ebbe luogo un incontro fondamentale per la vita del poeta Vittorio Alfieri: egli conobbe, infatti, Luisa Stolberg, contessa d’Albany. Questa teneva in Firenze un famoso e frequentato salotto letterario. Nacque un rapporto che Alfieri manterrà sino alla morte e che mise fine alle sue irrequietezze amorose.
La love story più famosa di Firenze è comunque quella tra Francesco I dei Medici e Bianca Cappello. Bianca Cappello era figlia di un gentiluomo veneziano di antica famiglia patrizia, Bartolommeo Cappello, e di Pellegrina Morosini. Nel 1563 si era innamorata del fiorentino Pietro Bonaventuri ed era fuggita con lui a Firenze, dove il 12 dicembre di quel medesimo anno i due amanti contrassero matrimonio.
Il Palazzo del Mondragone che si trova fra via dei Banchi, angolo via del Giglio è il luogo dove si incontrarono in occasione di una festa, Francesco de’ Medici e Bianca Cappello, e fu amore a prima vista. Il Palazzo di Bianca Cappello in via Maggio, 26 con la facciata decorata a graffito, fu rinnovato dall’architetto Bernardo Buontalenti.
La Villa Medicea de La Petraia durante il periodo di Firenze capitale, fu la residenza estiva di re Vittorio Emanuele II di Savoia per poi diventare, nel 1919, di proprietà dello Stato italiano. Si può visitare il bellissimo giardino, ma anche l’interno, dove tutti gli arredi sono stati di epoca sabauda. Al primo piano è possibile entrare nella stanza da letto della “Bella Rosina”, la donna che fu l’amante, nemmeno troppo segreta, di Vittorio Emanuele II. Alla morte della moglie ne divenne la regale consorte, dopo essere stata insignita, per l’occasione, del titolo nobiliare di “contessa di Mirafiori”.
Settignano, la bella collina sopra Firenze è legata al poeta Gabriele D’Annunzio che visse a Firenze tra il 1989 e il 1909 ed ebbe una relazione con l’attrice Eleonora Duse. Qui scrisse “Il Fuoco”, libro pubblicato nel 1900 con l’autorizzazione della Duse, in cui descriveva questa relazione assai passionale.
Romantico è anche il Parco delle Cascine. Vicino alla fonte di Narciso, nei pressi della piscina delle Pavoniere, il poeta inglese Percival B. Shelley scrisse, ai primi dell’Ottocento, l’“Ode al vento occidentale”, ispirata da una bufera a cui aveva assistito nel parco.
Fonte: Apt Firenze